L’emergenza sanitaria da Covid 19 ha modificato in questi ultimi anni il mondo del lavoro. L’approccio di molte aziende allo smart working ha avuto un forte impatto sulla quotidianità. In particolare, per i giovani.
Secondo la ricerca “Future of Work 2021” i lavoratori più giovani sono maggiormente svantaggiati dallo smart working prolungato come modello di lavoro.
La rivoluzione del lavoro in ufficio: lo smart working
Grazie al mondo digitale, durante la pandemia, il lavoro si è svolto tramite social network, piattaforme di videoconferenze, blog e software per il lavoro condiviso, evitando così il contatto in presenza. Molti dipendenti si sono trovati a lavorare da casa e non con poche difficoltà. Se da una parte si sono subito evidenziate le comodità del lavoro a distanza, dall’altra non sono mancati anche gli svantaggi, come dover gestire e organizzare gli impegni di lavoro e quelli famigliari in un ambiente ristretto e con tempi precisi.
I giovani preferiscono lo smart working o lavorare in ufficio?
La ricerca “Future of Work 2021” effettuata da LinkedIn ha evidenziato le preferenze dei professionisti rispetto ai modelli di lavoro e le prospettive di carriera. Quasi un italiano su due (47%) preferisce un modello di lavoro ibrido, ovvero misto tra il lavoro in ufficio e il lavoro da casa. Il 30% preferirebbe invece lavorare in ufficio a tempo pieno, mentre il 23% preferirebbe lavorare a tempo pieno da casa.
Considerando le differenze per fascia d’età, la categoria dei professionisti più giovani (fino a 24 anni) è l’unica fascia che preferisce lavorare in ufficio rispetto che lavorare in modalità ibrida. Infatti, il 31% di questi pensa che la scelta di lavorare da casa possa avere un impatto negativo sulla propria carriera.
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